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"Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale.
È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi."
Richard Avedon

Giuseppe Morlacchetti

Concedimi la serenità di accettare
le cose che non posso cambiare.
Il coraggio di cambiare quello che posso e
la saggezza di riconoscere la differenza.

(R. Niebuhr)

 

A Carlo “è stato dato il coraggio di cambiare quello che poteva”.

 

Carlo e Susanna cominciarono a frequentare la chiesa circa trenta anni or sono. Furono i primissimi anni del mio ministero. Susanna era già una credente e aiutò molto Carlo per permettergli la conoscenza del mondo evangelico. La chiesa di Milano era in una fase di profondo cambiamento per certe attività molto importanti.

Tutto ciò creava molte aspettative, ma anche alcuni “conflitti”. Insomma c’era una realtà dinamica sebbene ancora non si delineasse una caratterizzazione precisa.

Si viveva un pochino “Il coraggio di cambiare quello che posso”.

In questo periodo Susanna e Carlo si avvicinarono alla nostra chiesa. Portarono un “soffio” di novità. Il loro impegno e la loro collaborazione da subito e poi nel corso degli anni, fu indispensabile per consolidare quella via che il Signore ci poneva davanti.

Di Carlo vorrei ricordare che pose al servizio della chiesa la sua passione per la fotografia: con i giovani di Bollate si organizzò un laboratorio tecnico, nei locali sussidiari del tempio, per riprese anche televisive. Ciò risultò utile non soltanto per registrare avvenimenti e attività ecclesiastiche, ma anche per documentare avvenimenti che riguardavano il mondo protestante.

Il Signore ha concesso a Carlo di cambiare “ quello che poteva nella sua vita” ed egli fu docile a questo richiamo di Dio. Infatti il cambiamento si manifestò con la conversione e con la gioia battesimale. La stessa grazia concessa alla chiesa in quel periodo perché anch’essa “stava cambiando quello che poteva”.

Preghiera: Signore neppure la nostra fatica fatta di relazioni con le persone che amiamo è vana. Grazie per quello che ci hai dato. Ci poniamo davanti a te con i nostri cari e ti chiediamo di starci vicino e sorreggerci. Perdonaci se in momenti particolari come questo, a noi sembra che rimanga soltanto una carezza .., un abbraccio .., un bacio …, un addio …., una lacrima … e tanta solitudine.