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"Io porto la mia macchina fotografica ovunque vada.
Avere un nuovo rullino da sviluppare mi dà una buona ragione per svegliarmi la mattina."
Andy Warhol

Fulvio Ferrario

Non ci conoscevamo bene. Ma ne ho un ricordo nitidissimo, vivo, per la mitezza e la bontà; perché nella chiesa valdese di Milano era molto amato (ovviamente da chi lo conosceva); e perché essere parte della sgangherata band di Ernesto creava (è buffo, ma vi garantisco che è vero) una singolare solidarietà.

Una volta ho anche “suonato” (parola grossa, in verità) il suo flicorno in si bemolle, o bombardino, approfittando del fatto che ha la stessa digitazione e lo stesso bocchino del trombone. Non suono più: ma mi ricordo di quella condivisione. Era fede, e gioco, di uomini adulti, musicalmente smandrappati, uniti dalla passione e dall’amore (come altrimenti chiamarlo?) di quel tipo incredibile che era Ernesto.