"Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà." Henri Cartier-Bresson |
Archivio Foto - Sesto Calende
Mostra fotografica : "Una sosta, uno sguardo, un ricordo"
Carlo Zibecchi
(Sesto Calende - Settembre 2005)
L’AMICO DEI SILENZI
Quando Carlo Zibecchi si accinge a partire per un viaggio -breve o lungo che sia- aggiunge all’usuale bagaglio uno "scrigno magico": quello pieno del prezioso materiale fotografico che permetterà alla sua fantasia di diventare immagine, al suo occhio sensibile di filtrare momenti di vita, alla sua prontezza di fissare per sempre fuggevoli istanti.
Ogni artista ha un suo personale stile di rappresentare e proporre le proprie creazioni e Zibecchi -che Artista è davvero- sa farsi apprezzare per la insolita e inattesa scelta di inquadrature e soggetti che altri trascurano colpevolmente o enfatizzano in modo eccessivo.
Così, per le strade di Parigi (città che qui apre la mostra) anziché affezionarsi alla maestosità delle architetture, alle atmosfere di Montmartre, alla festosità di una Pigalle notturna, Carlo si dedica invece a catturare -in un bianconero abilmente rifinito, essenziale, ma intensamente suggestivo- il romanticismo di un violinista che si crede Paganini, di un improbabile banco di frutta nel metro oppure di alcuni calici, che adagiati su un tavolo, attendono un cin-cin (e nell’attesa quasi sembrano tristi !).
Sottolinea però anche le geometrie di una ordinata fila di sedie o di una scala che si arrampica nel cielo verso il nulla.
Che dire poi di come Carlo ha saputo offrirci una Tour Eiffel trasfigurata in ombra che si allunga a proteggere (o forse suddividere) la città !
Ecco, in questo sorprenderci con incontri inusitati ed effetti particolari sta l’unicità espressiva e la ineffabile attrattiva delle opere di Carlo Zibecchi.
Quando poi (con i pannelli a colori esposti nella sala) ci invita a visitare il "fantasmagorico e misterioso" (?) Egitto, già sappiamo che Carlo ci eviterà di ritrovare le scontate cartoline patinate che ogni depliant turistico ci propina a iosa.
Siamo perciò portati a intuire che lui, appartatosi con discrezione, avrà piazzato il suo cavalletto su un mucchio di sabbia calda, sarà rimasto rannicchiato il tempo che occorre per cogliere il bisbigliare pacato di due beduini ai piedi di una duna, il riposo di uomini e animali all’ombra di un ciuffo d’alberi o gli scorci di un Nilo osservato nell’intimo delle quotidiane attività che ricamano le sue sponde.
Allora, le piramidi non ci appariranno soltanto la perfetta sintesi di forme che conosciamo, ma si sublimeranno in sembianze sfumate della memoria, in visioni stemperate della nostalgia. In impalpabile seduzione.
E il deserto non ci darà più sgomento e smarrimento ma risulterà bensì luogo di meditazione, di raccoglimento e di coinvolgenti miraggi.
Perché Carlo Zibecchi è -senza dubbio alcuno- "l’Amico dei silenzi": il cultore appassionato di quelle squisite ed effimere sensazioni di quiete che va a ricercare con umiltà e che riesce a riprendere e immortalare con vera maestria prima di presentarle a noi quale delizioso regalo.
E con l’incanto di quei rarefatti silenzi, le sue foto (proviamo a pensarle, illuminate da uno spot, appese a una parete delle nostre stanze !) ci aiutano a ritagliare un intervallo ristoratore in tutto il fastidioso frastuono che oggi imperversa.
Fabiano Braccini - Settembre 2005